Dal 19 giugno al 18 agosto 2015 a Finale Ligure la prima edizione di “Moti Armonici” Festival Nazionale di Musica e Danza, voluto dal Comune di Finale Ligure e ospitato in luoghi suggestivi, raccolti, dall’atmosfera evocativa: i Chiostri di Santa Caterina a Finalborgo, il sagrato della Basilica di San Giovanni a Finalmarina e la chiesa di San Lorenzo a Varigotti.
La direzione artistica del festival è stata affidata , per la sezione danza, all’Associazione Culturale Emsteludanza.
Il programma è stato costruito fin da subito con un’apertura al panorama musicale e coreutico non solo italiano ma di livello internazionale, operando una scelta artistica raffinata e fruibile da parte di tutti, che abbraccia artisti, compagnie ed ensemble storici ed altri di più recente formazione e fama. Il risultato è un calendario eventi estivo di 11 spettacoli di forte impatto, accomunati dalla stessa cura nella ricerca stilistica. Immagini, storie, emozioni raccontate con un linguaggio evocativo che racchiude tutte le sfumature.
Le compagnie invitate in questa edizione:
Compagnia Abbondanza/Bertoni _ Terramara
DEOS- danse ensemble opera studio _ Pulcinella / Menodramma Dry
Zerogrammi _ La grammatica delle nuvole
Una riflessione a due sul trascorrere del tempo, sulle sue vestigia antiche e sulla complessità del legame tra due esseri di sesso opposto che s’incontrano per creare nuova vita e ricrearsi. Lo spettacolo concepito nel 1991 è riallestito nell’ambito del progetto RIC.CI/Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/ ’90 (ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini).
“Centinaia di arance riversate in scena non potevano essere, qui, un semplice ed esplicito omaggio al teatrodanza dalle scenografie naturalistiche di Pina Bausch, ma la necessità del colore/calore capace di accendere gesti e sguardi e di riversarli verso il pubblico in un abbraccio emotivo. Su questo turgore espressivo e drammatico, sprigionato nel rigore di una danza comunque formale, fa leva anche la ricostruzione 2013 di Terramara. Ora verrà danzato da una coppia di giovani scelti nel bacino come ovvio italiano, e guidati dai due coreografi originari. La sua rinascita sarà, come i precedenti capisaldi di RIC.CI, non certo pura archeologia, ma esemplare e fresca rigenerazione di una pièce generosa nell’intreccio coreografico, nella costruzione anche musicale, quanto nella fisicità a tinte arancioni.”
– Marinella Guatterini –
“Pulcinella”, pièce di danza che, rispettando in ogni dettaglio la partitura musicale del balletto di Igor Stravinskij, dal punto di vista della coreografia, scivola in uno spazio di libera interpretazione del soggetto che aveva ispirato il libretto originale. Già presentato nel cartellone della stagione Sinfonica del Teatro Carlo Felice con l’orchestra del Teatro.
“Menodramma Dry” è una pillola di coreo-dramma distorto da cui emerge un paesaggio interiore contraddistinto dal disagio e dalla morbosità.
“…Più che seguire il libretto, il lavoro coreografico ha prestato ascolto alla musica e preso spunto dalla maschera di Pulcinella, non tanto secondo l’iconografia popolare, ma cercandone sempre un adattamento alla realtà, con un approccio introspettivo e una continua trasformazione nei personaggi…”
M. Corbellini | La Repubblica
“(…) È governato da una “grammatica delle nuvole” il linguaggio coreografico di Zerogrammi, un lessico leggero di smorfie e sospiri, attese e rincorse, ammiccamenti e filastrocche. Anche in Alice, come in molti dei precedenti lavori, ritroviamo tutti gli ingredienti che hanno reso la compagnia una delle realtà più interessanti della nostra danza contemporanea: la cura nella partitura coreutica, la potenza evocativa delle immagini, il raffinato uso dello spazio scenico, l’attenzione allo sviluppo drammaturgico.(…)”
Maddalena Giovannelli | Stratagemmi
“(…) Come un’epifania giungono vivi odori, sapori e luci di giorni lontani, addormentati nel ricordo e risvegliati nel presente, quando l’emozione li ricongiunge a noi in tutta freschezza. È malinconica euforia ad infondere quel nostalgico tepore del tempo che passa e di foglie che cadono, rosse nelle nervature, grandi e palmate, ricoprendo un «giardino d’autunno» perso nell’altrove. In questo spazio vigono delle regole stabilite da La grammatica delle nuvole di Zerogrammi. (…)”
Lucia Medri | Teatroecritica
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